lunedì 1 novembre 2010

" Io e il Mondo "

Io credo.

Penso sia la frase più adatta per rappresentarmi, per descrivere il rapporto, seppur ancora distante, con il mondo esterno.
Far parte di un sindacato studentesco, di una giovanile di partito, di un'associazione di volontariato, di una scuola, di una classe è un ottimo modo per conoscere meglio le persone e spingersi oltre un “limite” personale che non avremmo mai affrontato senza lo spirito di gruppo, della società.
Non posso dire che in questi ultimi tre anni queste attività non mi abbiano aiutato, soprattutto per rendermi consapevole delle mie azioni e di quelle altrui, mi hanno formato in modo che possa reagire. Mi motiva il solo pensiero di poter cambiare le cose: credere nelle proprie possibilità è il primo passo per riuscire ad ottenere buoni risultati nella vita, penso sia ormai risaputo.
Il mio “credere” però, è una speranza: non lo uso come motivazione, ma come un pensiero più o meno positivo. Non è una sicurezza, ma una motivazione ancora più calcata della mia insicurezza. Sbaglio forse a credere più alle altre persone, che possano vedere il mondo  proprio come lo vedo io: un'idea molto utopica, tipica da adolescente. O forse no.
Non mi piace pensare, però, che questo sia solo un momento che tutti passano, la “famosa” adolescenza: è usata spesso e volentieri come scusa per ogni evento negativo. Noto la differenza con molti miei coetanei, di quello che cercano, cosa vogliono fare nella vita, le loro aspirazioni, cosa li spinge a scendere dal letto all'alba. Molti non mi sanno rispondere o mugugnano frasi scontrose e prive di iniziative. Non c'è più motivazione.
A questo punto, credo non sia strano scrivere che preferisco di gran lunga passare la giornata con mia madre, piuttosto che incontrarsi con gli amici. Parlo di amici fidati, ovviamente, altri li chiamerei conoscenti. Allora mi si potrebbe definire “mammona” ? Forse un po' associale... e allora perchè da anni continuo a partecipare a riunioni, iniziative, manifestazioni e attività da studente un po' arrabbiato con lo Stato e con la propria situazione? Ancora adolescenza?
C'è qualcosa di più che condiziona la vita e l'esistenza di un uomo: credere. Ma in cosa? Nell'amore? Non quello da fidanzatini, o quello passionale ma un amore che ci spinge a vivere. O meglio, vivere per amare, che sia una persona, una passione o un animale non importa. Credo che bisogna avere una motivazione e, se non si trova, impegnarsi a cercarla per bene. E se non arriva, aspettare, si vede che non è ancora il momento giusto ( o forse ne siamo già in possesso, ma abbiamo la mente offuscata ).
La difficoltà più grande che ho incontrato è amare me stessa. Bisogna partire da qui, anche se è strano pensare che la maggior parte delle mie insicurezze siano dovute ad altre persone. Allora, con quale criterio io dovrei aiutare, “dare amore” ad altri, se posso ricevere solo delusioni?
Mi ricollego alla prima frase che ho scritto: io credo. Non ho perso ancora la speranza, penso sia giusto così: non sono nemmeno maggiorenne, ho ancora molte esperienze da vivere che possono farmi cambiare nettamente idea, sia in meglio che in peggio.
E' facile sentirsi triste, mi aiuta però riflettere sulla mia situazione e pensare che tante altre persone hanno un motivo forse più serio di quello per cui mi lamento. E' difficile pensare in positivo quando ti trovi perso e non sai come reagire, personalmente non ci riesco.
Se affronto in questo modo i periodi brutti, se li vivo realmente, senza fingere un benessere che di fatto non esiste, vuol dire che quando finalmente arriveranno le soddisfazioni, viverò questi momenti felici al massimo, a trecentosessanta gradi. Vale la pena stare male, per poi vivere al meglio la propria felicità?
Quindi, voglio concludere con qualche frase carina e consolatoria, in modo da estinguere ogni pregiudizio sul fatto che gli adolescenti di oggi siano sempre depressi e non siano mai contenti di niente. Anche io vorrei farmi meno pensieri, vivere più “alla giornata”, ma credo che se non avessi tutti questi pensieri per la testa, con tutti i miei ragionamenti, con tutta la mia sensibilità, mi troverei parecchio spaesata e tornerei ad essere triste.
Però anche io faccio qualcosa che può sembrare divertente: andare ai concerti ( Vinicio Capossela o simili però, mica un complessino qualsiasi! ), a volte fare tardi con gli amici, viaggiare più che si può e fotografare tanto, possono sembrare attività che mi legano maggiormente alla mia generazione.
Nemmeno ho scritto il motivo per cui mi sono iscritta ad una scuola d'arte.
Vorrei fare la fotografa, specializzata in reportage.  

Spesso mi piacerebbe vedere tutta la mia vita da dietro un obbiettivo, ma preferisco di gran lunga esserne totalmente parte.

-------------------------------


con questo mi sono guadagnata un 10 in italiano.
e quindi?

1 commento:

  1. non smettere mai di credere.. MAI! anche perchè gli altri non lo fanno al tuo posto..
    lo sto vivendo sulle mie spalle..
    ti seguo..
    baci JJ

    RispondiElimina